MY FOLIO

Welcome

Color possesses me.

I don't have to pursue it. It will possess me always, I know it.

That is the meaning of this happy hour: Color and I are one. I am a painter.

Paul Klee

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MY APPROACH

" It is not what you look at that matters.
It is what you see. "

- David Thoreau -

Artistic Education

Born in 1971 in Trieste, he got his Engineering Degree, growing on his own in Fine Arts Education, knowing relevant and consolidated representatives of Bologna painting. He attended the Fine Art Academy and the Free Nude School of Bologna. He takes part in several artistic exhibition, both in Italy and abroad, receiving awards and approval from journalists and experts.
He lives and works between Bologna and Lausanne.

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References

Rassegna d'arte Moderna Giorgio Mondadori; Art Life; Nuova Galleria d'Arte La Piccola; Endemica Arte Contemporanea; Nuova Officina dell'Arte; Glass Art Gallery; Galleria De Marchi; The New Ars Italica; Studio Logos; L'angolo; Atrebates; Il convivio; La Repubblica; Il Resto Del Carlino; Avvenire; Gazzetta del Mezzogiorno, Art Journal, Punto d'incontro.

Technique

Oil mixed with resins and sand, signed by charcoal on wood.

ABOUT ME

Paolo Levi, Valerio Grimaldi, Fiorella Sales, Ugo Cacace, Vladimiro Zocca, Laura Martini, Pierre Lafargue wrote about me.

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About Me

Paolo Levi, Valerio Grimaldi, Fiorella Sales, Ugo Cacace, Vladimiro Zocca, Laura Martini, Pierre Lafargue wrote about me.

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My APPROACH

" It is not what you look at that matters.
It is what you see. "

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Lo Spartito Cromatico del riconoscibile

La pittura di Gianpaolo Pillinini esplora il colore nelle piu' vivide luminosita' della tavolozza, giocando sulla forma con un piglio autorevole e con una grafia fortemente segnica e densamente espressiva. I suoi lavori sono argomentazioni esplicite, dove i temi ricorrenti sono visioni paesaggistiche, composizioni di nature morte e studi sulla figura umana. I colori a olio convivono spesso sulle sue tele con il carboncino, per la precisa intenzione di rivelare la tessitura cromatica, che appare cosi' in campiture ampie, ma sezionate e contenute dal tracciato del nero.
Parlare di questo giovane artista bolognese, la cui formazione accademica e' stata successiva a una laurea in Ingegneria, vuol dire confrontarsi con un professionista colto, dalla manualita' molto ben controllata, e che si tiene lontano dal paesaggio spesso senza sbocchi di molta arte contemporanea. Di Pillinini convince invece la coerenza estetica e formale della sua ricerca, che rivela uno studio appassionato del museo del Novecento, e l'intenzione di tracciare una linea di continuita' con i maestri storici europei della figurazione, a partire da Cezanne.
La sua produzione copiosa suggerisce una notevole sicurezza esecutiva, dato che tutti i suoi lavori appaiono meditati e conchiusi, sia dal punto di vista formale che di contenuto. L'impasto cromatico e' spesso e materico, le campiture larghe, ma minuziose nella resa narrativa del contesto visivo, che e' ben comprensibile in quanto trattenuto nei limiti di una espressivita' concisa e ben aderente al riconoscibile; tuttavia se volesse svincolarsi dal segno che definisce la sintassi e l'intenzione figurale, l'artista potrebbe anche rischiare la soglia dell'informale lirico.
Sono tre le argomentazioni su cui questo giovane artista esercita la sua creativita', ed esplicitamente citate nelle brevissime titolazioni che accompagnano i suoi lavori: il paesaggio, la figura e la natura morta. Di piu' classico non si potrebbe trovare, eppure in ognuna di queste ben realizzate composizioni le variabili sono infinite, cosicche' ognuna di esse vive di una felice autonomia, evidentemente rinnovandosi ogni volta nell'autore il gusto di inventare soggetti e costrutti, senza ripetersi mai. Attenendoci dunque alla catalogazione fornita da lui stesso, per prima cosa vanno esaminati i suoi studi sul nudo: qui, in apparenza, la forma si attiene ai dettami accademici, ma il rapporto tra le masse e i contorni supera di gran lunga la lezione classica, in quanto le linee dei corpi si intrecciano in geometrie prospettiche che rispondono a un ordine spaziale per cosi' dire paesaggistico, e che preludono a una perdita dei caratteri e delle fisionomie, per approdare alle sintesi volumetriche del post-cubismo; allo stesso modo il colore si esercita con grande liberta' per creare gli effetti di profondita', di rilevanza e di movimento legati alla lezione anatomica, ma nel contempo sottrae il soggetto a una rappresentazione naturalistica per delineare solo il suo posto nello spazio.
Quanto all'impaginato dei paesaggi di Pillinini, va detto che qui soprattutto e' il colore a farsi carico della rappresentazione, dove i profili delle colline, gli scorci cittadini, o gli orizzonti marini non si rivelano al primo impatto visivo, ma diventano immagine solo dopo un percorso fra le tacche cromatiche che si ricompongono prospetticamente in un insieme coerente, come per moto spontaneo, via via che l'osservatore trova la giusta distanza per una piu' precisa messa a fuoco. Questo vale anche per le nature morte: qui frutti, ciotole, vasi, fiori respirano e vibrano nelle masse tonali, nelle sovrapposizioni cromatiche, e soprattutto nei segni scuri che ne tratteggiano i contorni.
Non occasionale e', a questo punto, il richiamo gia' fatto a Cezanne. In questi anni di oppressiva avanguardia, che utilizza tecniche al di fuori dei canoni pittorici, come la video-art, la fotografia o l'installazione ambientale, ci sono artisti come Pillinini che escono dal quadro generale, sfuggendo alla scelta manichea tra sperimentazione e conservazione. Sembra qui che il lavoro dell'artista e la sua poetica espressiva ritornino ai paletti che Cezanne mise in atto con un taglio rivoluzionario dei piani, dei volumi e degli spazi, come risposta alla crisi irreversibile del post-Impressionismo. Il messaggio fu captato assai bene da Picasso che, con Les Desmoiselles d'Avignon, ando' ancora oltre, pur conservandone i quesiti formali, e aprendo le porte al Cubismo.
Nei lavori di Pillinini si avverte ora la medesima necessita' poetica di attenersi al vero come allusione al momento che tiene - Montale l'avrebbe chiamato anello - riconoscendo cioe' all'immagine il potere di rivelare, all'interno del valore cromatico, situazioni arcane e sensazioni inaspettate, come quelle trasmesse da uno spartito musicale, che annuncia adagi, improvvisi, e sequenze scintillanti di note.

Paolo Levi

Architetto dell'Essenza

Se si guarda alle pitture di Pillinini vediamo creature che crescono sotto i nostri occhi per gradi, ci impongono di osservarle lentamente fino alla loro completezza. L'io piu' profondo di questo artista e' in relazione con tutte le cose sotto, sopra e al di sopra dell'universo, una forte validita' espressiva di colorismo e di grafica gli permettono di rendere l'inesprimibile senso delle cose e delle atmosfere.
Riuscire a catturare l'intima essenza di un paesaggio e' qualcosa che va al di la' di un puro schema pittorico e questo a Pillinini riesce con una fecondita' di immaginazione pari a quelle dei maestri che lo hanno preceduto. Possiamo leggere la sua pittura immergendoci nel vorticare della materia, in quello che di esplosivo essa contiene in certi paesaggi di montagne o marine profondissime, oppure possiamo leggerla lentamente nei particolari che ci vengono rivelati dove una linea si arresta e ci rivela il ritmo di una diversa poesia.
Una pittura dinamica che affascina per questa capacita' descrittiva multiforme che non teme le nature morte risolte in volumi e cromie che ne indagano la materia, o i nudi risolti in uno spazio costruito dove l'immagine del corpo interagisce con forza con la dimensione che la circonda. I vincoli interiori, gli insegnamenti, la conoscenza vengono accettati e fissati in una struttura pittorica analitica e sintetica, un equilibrio fra l'idea e la grandezza del mondo.
La ricerca di sintesi fra ''l'architettura del paesaggio e quella del quadro'' e' spesso risolta dal segno grafico che perde il significato di mero contorno per acquistare una autonomia simile a quella affidata al colore. Quello di Pillinini e' un viaggio che dalle origini del mondo arriva alla contemporaneita', desiderio di equilibrio, cercando la propria ricerca nella pittura.

Fiorella Sales

Oggetti di Paesaggio

Una desueta pittura per accumulazione in cui si aprono improvvisi di spazio e di colore. Un riferimento al paesaggio, piu' immaginato che visto, senza concessioni illanguidite di naturalismo sognante o lirico. Un avvicinarsi scabro, segnato, elementare e analitico insieme, ad orizzonti fatti per volumi e per scansioni, segnati da accensioni di cromie intriganti e improbabili. Impianto reiterato nella natura morta dove oggetti, frutti sparsi, cose di ordinario quotidiano� perdono di identita' sino a farsi pretesto e accidente del dipingere.
Gianpaolo Pillinini e' giunto a queste sua ultime cifre espressive bruciando in tempi brevissimi le stazioni obbligate dell�approccio naturalistico e di marca squisitamente neofigurativa. Ma gia' dai primi rilevamenti dell'inizio, risultava evidente come l'inquietudine stanziale dei primi lavori anticipasse una rapida accelerazione e mutazione del suo fare arte nato occasionalmente ma subito divenuto urgenza imprescindibile e improrogabile.
Il liberarsi da alcuni ancoraggi e polarita' ha dato, cosi', inizio ad una stagione di abbandoni delle evocative frontalita' del visibile per nuove suggestioni determinate nel comporsi, del colore, nell'inseguirsi dei ritmi e dei tagli, nelle accentuazioni di geometrie mosse e flessibili, nelle ricognizioni cezanniane e nelle ripartenze della forma verso l'esterno, in fortissime tensioni lineari irradiate di pastosita' cromatiche libere e inventate, di spessori di materia a rompere quell'aggrovigliarsi di linee e segmenti.
In questa nuova alchimia figurativa l'artista stabilisce un contatto di tipo nuovo con la realta' e la natura, riprende un racconto per immagini, propone un colore non descrittivo ma affidato all'emozione, ripristina impronte di memoria aperte e possibili, restituisce tensione ed istigazione evocativa anche ad un semplice paesaggio urbano o ad un orizzonte di mare. Procedendo per sintesi successive ecco allora apparire questo sovrapporsi di case definite in una spazialita' organizzata, in un gesto controllato e deciso, in balenate fughe prospettiche e sulle quali sfogano cieli come angustie di ricerca informale.
Da questa stazione� un processo per filtri successivi sta avanzando e abbandonando il porto sicuro di un descrittivo anomalo seppure definito. Pillinini insiste, infatti, nello sminuzzare l'immagine, nel metabolizzarla ulteriormente in una approssimazione fatta di tessere di colore dove un segno nervoso accentua il cortocircuito di nuove pulsioni verso l'astratto. Il paesaggio visto appare in divenire come un paesaggio morfologico in cui le stratificazioni e le sovrapposizioni si acquietano in piani scomposti e dinamici, in decantazione della forma. Il tutto bruciato in un tempo di poche stagioni di lavoro frenetico,� intenso, serrato.
Nessuna onda anomala sembra poter scalfire la disordinata compostezza di questo pittore la cui identificazione non e' piu' in forse. E non perche' lui tenda all'originalita' come paracadute di un possibile anonimato figurativo e, neppure, perche' l'artista sia alla ricerca di una personalizzazione forzata che lo ponga offlimits �dall'uso e dalla tradizione. In effetti, quella di Pillinini e' insieme urgenza e ricerca, viaggio verso un essenziale pittorico che sia comunicazione sotto il vigile controllo di un anima razionale, di un mestiere collaudato, ma pronta ad affiorare seducente, cangiante, trasgressiva. In sintonia, forse, con l'affermazione di Jean Fautrier quando scriveva: - ''La pittura e' una cosa che non puo' far altro che distruggersi, che deve distruggersi, per reinventarsi in ogni momento'' -. E' cosi' che Pillinini ha distrutto progressivamente in una impressione di calma e di finito formale - quasi un grido subito riassorbito nel silenzio -� il suo primo concitato naturalismo. Restano di quel periodo alcune costanti coloristiche: i rossi rancidi e corrotti, le mezze tinte segnate, alcune fughe di azzurri intensi, le tenui trasparenze degli ocra, le ambragite accensioni dei ''bruni'', i gialli caldi o asprigni a sedare trasparenze di rosa violetti. Ma si sono aggiunte in itinere ampie campiture di spazi aperti, pennellate larghe collassate in una gestualita' quasi automatica, essenzialita' e purezze di un comporsi quasi morandiano.
Alcune nature morte, poi, hanno sorprendenti analogie ed esiti di postcubismo o lievitanti dissolvenze nabis sempre costruite in quel processo di accumulazione che oggi caratterizza la pittura di questo giovane ma ormai consolidato artista bolognese, comunque veneto di nascita. E la dolce luce veneta delle origini non e' stata dimenticata per strada. Anzi ritorna come un eco lontano ed indimenticabile nei colori magri, in pulviscoli iridescenti, in materia pittorica tesa e vibratile, in variazioni cromatiche che divengono risposte emotive che propongono ''oggetti di paesaggio'' di raffinata e palpabile emotivita'.
Sono questi oggetti la natura altra che Pillinini predilige, una natura tutta interiore, intesa come percorso mentale ed emozionale, come combinazione o come costruzione a seconda delle opzioni che l'artista le vuole affidare. Natura tanto piu' vera quanto piu' improbabile e sottesa, ricomposta nella sua essenza di volumi, recuperata nella memoria, reale nella sua finzione metafisica dell'immaginato cui corrisponde la realta' dell'immaginabile.
Accade cosi' che l'artista si immerga sempre piu' nel suo mondo fatto di frammenti, tracce, schegge, trucioli di tempo. Una successione di immagini pulite, severe, restituite alla loro oggettivita' nella macerazione dei colori che si fanno racconto e in una impaginazione di quadro diviso in scansie e spazi, francescano e severo nel proporre una visione asciugata, ripulita, sospesa, spoglia. Quasi a ricavarne l'essenza. Sino ad arrivare a quel ''notturno'' venato di azzurri e di improvvise cupe profondita' o a quelle ''rocce'' composte come tessere di mosaico che ci affidano un Pillinini diverso e possibile per un vicino domani.

Valerio Grimaldi

Dinamico equilibrio tra razionalita' ed emotivita'

Costruzione ed emozione sono le parole chiave per identificare la poetica di Pillinini.
Spinto da un'intima necessita' di fare arte, egli adotta un sistema basato sulla sintesi degli elementi impressi nella memoria a seguito di una visione e sulla ricerca dell'equilibrio tra essi, complementare all'emozione scaturita e tradotta in colore.

Pillinini parte da uno stile che possiamo dire si avvicini a Cezanne e che troviamo nella sue primissime nature morte. Lo si riscontra non solo nella volonta' di sintesi degli elementi che fecero di Cezzanne il propulsore del Cubismo, ma anche nella stesura pittorica. Infatti nelle nature morte di Pillinini si ravvisano contorni interrotti di notevole spessore entro i quali l'artista gioca con impasti di materia pittorica policroma che danno una parvenza volumetrica ai soggetti.
Osservando l'evoluzione della sua intera produzione lo si vede passare, opera su opera, ad una esponenziale geometrizzazione del disegno campito da stesure piatte con effetto cloisonne'. Per spiegare meglio l'approdo a questa fase e' utile paragonare l'opera dell'artista ad una vetrata gotica. Infatti come una vetrata si costruisce tessera per tessera cosi' Pillinini agisce con il segno e con il colore alla ricerca di un equilibrio che appaghi le sue esigenze estetiche. Per realizzare una vetrata i mastri vetrai seguivano il 'cartone progettuale' che per Pillinini equivale al suo progetto mentale. Si procedeva alla vaga modellazione, e in quanto tale sintetica, delle tessere vitree colorate nei toni che potevano approssimativamente ricordare ad esempio incarnati, architetture lignee, terra, cielo. Non era necessario modellare forme precise ne' tanto meno elaborare chimicamente cromie perfette sia perche' l'ideologia artistica del tempo non lo richiedeva, sia perche' non era possibile per le scarse conoscenze tecniche e chimiche, sia perche' le vetrate erano destinate ad essere contemplate a grandi distanze. Cio' che importava era creare la sensazione che nel suo insieme quella tessera rosa, ad esempio, cosi' sagomata corrispondesse ad un viso o una mano, o ancora che a quei parallelepipedi bordeax accostati corrispondesse un trono ligneo.
Per certi aspetti Pillinini procede in questo senso. Anch'egli crea forme approssimative e inventa cromie che non sono reali ma che la nostra esperienza visiva riconosce ed associa ad un determinato contesto. Per parlare in termini ancora piu' immediati poniamo ad esempio la realizzazione di un paesaggio nordico. La nostra esperienza non ci farebbe associare un rosso o un arancio a tale visione mentale bensi' saremmo portati a pensarlo ed a realizzarlo utilizzando tinte fredde. E' in questo modo che procede Pillinini per definire colori rapportati ad un preciso contesto.
Il colore comunque non e' il solo protagonista delle sue opere. Esso equivale al lato emotivo, stimola sensazioni e a volte guida l'occhio verso il fulcro dell'opera. Come si e' gia' menzionato la poetica dell'artista e' anche costruzione. Ecco che, tornando al paragone con le vetrate medievali, si passa alla piombatura delle tessere necessaria affinche' restino unite, che equivale al disegno di Pillinini. La differenza sta nel fatto che l'artista non sintetizza per questioni tecniche ma ideologiche: con questa sintesi intende esprimere la razionalita', il controllo che per logica natura si dovrebbe scontrare con il dato emotivo espresso dal colore. Ma cosi' non avviene. Ecco cio' che paradossalmente e in modo squisitamente geniale Pillinini intende rappresentare: un dinamico equilibrio tra razionalita' ed emotivita', sfruttando soggetti la cui visione ha comportato un'intima emozione in particolare nei paesaggi visti durante i numerosi viaggi. Pertanto come il dato emotivo viene contenuto dalla razionalita', allo stesso modo la costruzione, evidente nel segno, non deve diventare vincolo per l'emozione. Per questo motivo il colore si prende a volte la liberta' di uscire dal contorno ed e' impressionante osservare come anche queste volute 'sbavature' siano utilizzate appositamente dall'artista per identificare la complementarita' dei due opposti.
Un altro aspetto da considerare nell'opera di Pillinini e' l'uso di materiali non tutti prettamente pittorici. L'artista crea superfici vibranti che rendono possibili giochi di luce apparentemente casuali, ma in realta' sempre e assolutamente pensati e costruiti. Nella prima fase della sua poetica Pillinini sfruttava solo la materia pittorica per creare particolari luci e colori. Durante l'evoluzione verso la sintesi scopre che e' piu' affine alle sue intenzioni costruttive l'uso di malta e resina, con le quali, a seconda di come indirizza le spatolature, non solo costruisce il supporto pittorico ma definisce i soggetti della composizione o il paesaggio. Quindi anche la stesura della malta collabora con segno e colore all'identificazione dell'equilibrio perfetto d'insieme.
Un'ultima considerazione riguarda l'uso di quella che l'artista stesso definisce la 'prospettiva in movimento'. Ci sono piu' piani di visione in ciascuna opera: il primo, visto a 'volo d�uccello', e' portato ad essere scavalcato illusoriamente fino ad incontrare il secondo in corrispondenza della linea d'orizzonte sul quale si staglia un paesaggio. Quando voliamo cio' che osserviamo puntando gli occhi in basso e' una proiezione orizzontale del paesaggio sottostante, ma se alziamo lo sguardo all'orizzonte osserviamo un paesaggio che fonde proiezione verticale, laterale e orizzontale, ed abbiamo quindi una visione prospettica d'insieme. Ora Pillinini, che porta avanti nuove proposte figurative fuori dagli schemi accademici, crea una pseudo-fusione della proiezione orizzontale con la visione prospettica in un'unica tela, ponendo anche sulla classica concezione spaziale pittorica una personale interpretazione.
Molti sono dunque i punti a favore dell'originalita' di Pillinini nonostante abbia consolidato, con decisa costanza, la sua poetica da perfetto autodidatta, lasciandosi semplicemente trasportare dai commenti intorno all'arte dei numerosi pittori e scultori dalle disparate tendenze che ha avuto modo di conoscere e frequentare.
Supportato dagli studi accademici e dalla laurea in Ingegneria, merito suo e' l'aver fatto dell'arte un esercizio di espressione matematica ove al posto di numeri ed operazioni troviamo segni e colore che aggiungendosi, sottraendosi, dividendosi o moltiplicandosi, devono dare un preciso risultato che nell'opera di Pillinini equivale all'equilibrio tra forma e tono.

Laura Martini

L'informale figurativo di Gianpaolo Pillinini

La costruzione dello spazio e', nell'opera di Gianpaolo Pillinini, l'aspetto piu' interessante ed intrigante. Con precisione da ingegnere, sua prima professione che riporta a pieno titolo e con successo estetico nella sua produzione, costruisce i paesaggi felsinei che lo hanno adottato con affetto e inserito, senz�ombra di dubbio, tra i migliori emergenti degli ultimi anni.
La passione cromatica e' indiscutibile. Infatti, subito dopo una prima analisi di ricostruzione dell�ambiente, cio' che colpisce e' la materia che si fa protagonista: tinte opache e 'golosamente' lucide vengono accostate con facilita' e gusto in un unicum originale che e' il marchio di fabbrica di questo artista, rendendolo riconoscibile anche ad un pubblico inesperto.
La caratterizzazione per un giovane pittore, che in questo caso ha una certa confidenza con una tecnica che lega resine, colore ad olio e sabbia e che quindi sembra portarlo verso la terza dimensione, e' un fattore importantissimo che indica carattere e sicurezza delle proprie capacita', nonche' consapevolezza del valore di una produzione sempre piu' ampia e variegata nelle tematiche.
E' doveroso infatti ricordare che Gianpaolo non si e' dedicato solamente ai paesaggi incontrati nel suo percorso, ma ha scrutato a lungo anche la figura umana riproponendola al fruitore con estrema dolcezza ed interesse per volumi da trattare in modo completamente diverso. Lo troviamo anche nella natura morta dove il fil rouge del figurativismo si fa preponderante.

Dalila Tossani

Exhibitions

Gianpaolo Pillinini takes part in several artistic exhibitions, both in Italy and abroad, receiving awards and approval from journalists and experts.

Solo Exhibitions

2011
Nuova Galleria d'Arte La Piccola - Bologna. Architetto dell'Essenza, a cura di Fiorella Sales e Ugo Cacace.
2010
Villa Guadagnini - Castel San Pietro Terme. Dinamico equilibrio tra razionalita' ed emotivita', a cura di Laura Martini.
2008
Circolo Artistico - Bologna. Lo spartito cromatico del Riconoscibile, a cura di Paolo Levi.
2007
Galleria De Marchi - Bologna. Italia e Francia, artisti a confronto.
Forum Cafe' - Imola
2003
Galleria De' Marchi - Bologna. Oggetti di Paesaggio, a cura di Valerio Grimaldi
2002
Nuova Officina dell’Arte - Ferrara
2001
Pittori in libreria - Tolmezzo
Teatro del Navile - Bologna. A cura di Valerio Grimaldi.

Group Exhibitions

2014
La Péniche Gourmande - Denges.
2013
Beau Rivage Palace - Lausanne.
2012
AAF Art Fair - Milano. A cura di Paolo Insolera
Il Nudo tra Figurativo e Informale. Galleria La Piccola
2011
Bologna e i Bolognesi. Galleria La Piccola
Missing Peace Art Space - Dayton, Ohio
Premio Renzo Magnanini - Bologna. A cura di Ugo Cacace
Hinton Public - Alberta, Canada. Strokes for Hope, by Marilyn Gray
2010
Endemica Arte Contemporanea - Roma. A cura di Giulio Fabbrini
International Art Tour, Red Bluff Art Gallery - California
2009
Contemporanea; XIII Fiera dell'Arte Moderna e Contemporanea - Forli
Circolo Artistico - Bologna
46^ Mostra Nazionale Santhia' - Vercelli
Artisti a confronto; Sala Museale del Baraccano - Bologna
2008
Arte e cultura; Villa Mazzacorati - Bologna
2007
Characters; The New Ars Italica - Milano. A cura di Kristina Snajder
Galleria Studio Logos - Roma
Tickets; Galleria The New Ars Italica - Milano. A cura di Kristina Snajder
44^ Mostra Nazionale Santhia' - Vercelli
2005
People; Galleria Ars Italica - Milano. A cura di Kristina Snajder
2005
IX Premio Internazionale San Valentino; Vico del Gargano
Life; Galleria Ars Italica - Milano
2004
Quadreria d'Arte Contemporanea - Castello Svevo - Trani
La natura nell'arte; Museo Civico Archeologico - Bologna
VIII Premio Internazionale San Valentino - Vico del Gargano
2003
Comunicare con l'Arte; Villa Baruchiello - Porto Sant'Elpidio
Glass Art Design,  Galeria Simone - Bratislava
Culture a confronto; Castello Svevo - Trani
Arte e Motori; Castello Estense - Ferrara
VII Premio Internazionale San Valentino - Vico del Gargano
2002
Glass Art Design,  Galeria Simone - Bratislava
Premio Internazionale San Crispino - Ascoli Piceno
Vivi il centro nell’arte - Porto Sant'Elpidio
IX Concorso Nazionale 'Il De Nittis' - Barletta
Premio 'Il Castello di Montegiardino' - Repubblica di San Marino
Corpi di immagini; Villa Mazzacorati - Bologna. A cura di Vladimiro Zocca
VI Premio Internazionale San Valentino - Vico del Gargano
2001
I colori dell’autunno - Zola Predosa
I corpi e le cose; Vicolo Bolognetti - Bologna
Biennale d'Arte De Nittis - Barletta
2000
I colori dell'autunno - Comune di Zola Predosa
Quadrilatero - Bologna

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